S.M.S.C.C. V E N E Z I A SOCIETA' di MUTUO SOCCORSO fra CARPENTIERI e CALAFATI "…
dal 1867, promuove il mutuo soccorso e la
solidarietà sociale a Venezia …" |
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Legato
“Giuseppe Tonello” “Squeri San Isepo” La storia. La proprietà del complesso degli squeri
“San Isepo” a Castello (Venezia), fu donata alla
Società di Mutuo Soccorso per rogito testamentario del 1869 dal socio Giuseppe Tonello, un imprenditore veneziano in
seguito trasferitosi a Trieste, affinché fosse di sostegno economico alle iniziative
di mutuo soccorso fra gli operai navali associati al Sodalizio. A causa però di
alcune posteriori ed intricate vicissitudini, le tre Parti (Procuratore del
donatore, SMSCC e Comune di Venezia) alfine addivennero nel 1878 a un contratto in cui gratuitamente
la proprietà fu posta in capo al Comune di Venezia, con la condizione che il
«semplice usufrutto» restasse in capo alla SMSCC ma fino al suo scioglimento.
Tale impostazione venne poi definitivamente confermata dal Decreto Reale del 1909 e l’evidenza palese della
vigenza odierna sta nel fatto che il Comune di Venezia è privo dell’atto di concessione
della proprietà e che la SMSCC tuttora ne dispone pienamente e liberamente, in
attesa di cessare la sua attività. Gli squeri furono realizzati attorno
alla metà dell’800 del secolo scorso, ricavati nelle linee classiche di
questo tipo di insediamento artigianale dove prima si trovava uno spazio aperto
e un edificio di tre piani. Nel ‘900, in seguito a un dissidio fra i
conduttori, l’area venne suddivisa da un muro, dando così luogo alla
creazione di due aree distinte ma non uguali per estensione: verso nord si è
venuto a costituire lo “squero picolo” e verso sud invece lo “squero grando”.
Il primo squero ha intrapreso la riparazione e manutenzione di barche
lagunari tipiche, dalle peate ai topi a motore, fino alle gondole. Il secondo
squero, dopo una parentesi con la costruzione di barche a vela di media
stazza, è stato completamente dedicato alla costruzione e manutenzione di
motoscafi a motore. Lo “squero picolo”. Lo “squero picolo” è costituito da
due semplici “tezoni” (tettoie) appaiate, con il
tetto poggiante sui muri perimetrali e nel mezzo sostenuto da quattro colonne
in mattoni. Un tempo ciascun “tezon” era dotato del proprio scalo per
l’alaggio e il varo delle imbarcazioni; attualmente all’interno è stata
ricavata una sala per la carpenteria e una sala per la pitturazione, avendo
oggi lo “squero picolo” un utilizzo preminentemente destinato alla
costruzione e manutenzione delle gondole. Lo “squero grando”. Lo “squero grando” era anch’esso
inizialmente dotato di ampi scali per l’alaggio e il varo, successivamente
però, per adattarlo al mutamento in officina meccanica navale, gli scali
furono eliminati e la riva rialzata in calcestruzzo fino a far perdere al
piano di calpestìo l’originale pendenza (la «maresana»). L’antico “tezon” è stato riadattato a ufficio
e officina, mentre invece la parte un tempo scoperta è stata interamente
ricompresa sotto un’unica grande tettoia. Il progetto del
“centro di valorizzazione dell’artigianato lagunare”. Dopo 60 anni di ininterrotta
attività, nel 2015 lo “squero grando” è stato
riconsegnato alla Società. Razionalizzando l’utilizzo degli spazi interni, è
stato delineato un progetto che prevede la realizzazione di un “centro di
valorizzazione dell’artigianato lagunare”, nonché un’area aperta alla città
dove sperimentare lo sport della voga alla veneta e, per i giovani,
l’attività di carpenteria nautica. A latere un progetto di sviluppo del
turismo stanziale e compatibile, con visita guidata allo “squero picolo” e
piccoli tour in barca a remi fino alla vicina “darsena granda”
dell’Arsenale di Venezia. |
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