V E N E Z I A SOCIETA' di MUTUO SOCCORSO fra CARPENTIERI e CALAFATI "…
dal 1867, promuove il mutuo soccorso e la
solidarietà sociale a Venezia …" |
|||||||||
|
|||||||||
|
La sede sociale “Antico Ospedale dei SS. Pietro e Paolo” Castello
- Calle San Gioachin, 450 Venezia Sebbene il Comune di Venezia e la stessa Municipalità di
Venezia lo riportino nei documenti ufficiali come ex Istituto “Maria Ausiliatrice”, in verità dal 1181
fino al 1806
il complesso edilizio fu la sede dell’Ospedale dei
Santi Pietro e Paolo, uno fra i primi nosocomi realizzati in
città e uno dei quattro “ospeai mazori”.
Dopo la chiusura imposta in epoca napoleonica, nel 1807 esso divenne Patronato per ragazzi vagabondi ed in
seguito acquistato dall’ordine salesiano delle suore di Maria Ausiliatrice
che infine nel 1998 lo rivendettero nuovamente al Comune di Venezia. Quest’ultimo, dopo un lungo restauro del complesso, ne
affittò la parte più grande all’ESU per pensionato studenti universitari, una
parte minore fu trasformata in case popolari, una parte più piccola destinata
ad ospitare Associazioni ed uffici pubblici. Entrando dal portone monumentale posto in Calle San Gioachin, 450,
salendo lo scalone in pietra d’Istria si accede al primo piano, dove oggi ha
sede la SMSCC. La
storia. La fondazione di questa importante struttura sanitaria
della città viene fatta risalire al 1181,
anno in cui in questo luogo sarebbe iniziata la costruzione di un edificio specializzato
nell’assistenza ai feriti (e per questo motivo il complesso viene spesso
citato nelle cronache quale ospeal dei feriti), ma anche per offrire asilo
ai numerosi pellegrini che a quel tempo transitavano per Venezia diretti
verso la Terrasanta (così da tenerli isolati dalla popolazione residente).
Solo più tardi l'assistenza medica venne estesa anche agli ammalati ed ai
poveri. Gestito dapprima da una confraternita
laica, il cui Gastaldo
costituiva il responsabile della gestione, in seguito al vertice
dell'organizzazione si volle posto un Prior.
Tra i tanti succedutisi a questa carica, viene ricordato in particolare Marco
Bonardo il quale, eletto nel 1328,
ebbe prima modo di ampliare l’edificio e quindi, nel 1348, ottenne che l'ospeal passasse sotto la protezione del juspatronato dogale. Da questo momento al Prior vennero affiancati cinque Procuratori, tre dei quali dovevano
obbligatoriamente essere nobilomeni
veneziani e due cittadini originari. Nel 1350 l'ospeal ampliò
ulteriormente la propria sede grazie al lascito il più consistente di tutta
la sua storia, effettuato da tale Francesco Avanzo (o D'Avanzo) che donò in
eredità il contiguo Ospedaeto Avanzo. Nel 1368
l'Istituzione era generalmente considerata ospeal mazor, essendo una delle più grandi fra
quelle allora esistenti a Venezia, con una capacità di accogliere fino a
circa cento fra ammalati e pellegrini e godendo anche di grande prestigio
scientifico grazie all'alta professionalità dei medici che vi operavano (tradizione
questa che continuò nel tempo, ricordando Francesco Papale, che nel 1800,
pochi anni prima della definitiva chiusura, qui fondava una delle prime
scuole di chirurgia). Nel 1418 tale
Elena Marchi lasciò in donazione una caxetta
posta in fondamenta San Gioachin
cui seguì la fondazione di un Ospissio de pizòcare
(così erano chiamate dai veneziani le terziarie)
affinché provvedessero ad assistere i ricoverati. In seguito venne costruito
anche un piccolo Oratorio, che venne poi
dedicato a San Gioachin. Come era comune per le Istituzioni assistenziali in città,
anche questo ospeal
godeva della proprietà di un vasto patrimonio immobiliare, dal quale traeva
una rendita che costituiva una parte importante delle risorse per il suo
funzionamento. Una patera in pietra d'Istria raffigurante il simbolo del
nosocomio, un spada verticale che incrocia due chiavi orizzontali, si trova
oggi ancora murata su di un vecchio tezon di
uno squero nell'isola
de San Piero. Grazie a questi ed altri possedimenti, nel 1724 fu calcolato che l'ospeal godeva di una rendita di circa
3.000 ducati annui. Forse in coincidenza con la ristrutturazione a cui fu
sottoposto l'Oratorio di San Gioachin,
che in quel periodo vide mutare l'orientamento della pianta interna, nel 1750 l’intero edificio subì un vasto
restauro. Caduta la Repubblica nel 1797, con la promulgazione
dei decreti napoleonici di soppressione e riordino del 1807, dopo un'attività plurisecolare l'ospeal veniva
chiuso, cessando immediatamente ogni attività sanitaria e i degenti
immediatamente trasferiti presso l'Ospeal
dei Incurabili; contemporaneamente tutto il patrimonio
immobiliare venne avocato al Demanio, che in seguito lo vendette ai privati. L'edificio. La facciata principale che guarda la fondamenta San Gioachin, purtroppo
appesantita e stravolta dall'aggiunta del secondo piano avvenuta in epoca
recente, al piano terra presenta tre ingressi, assai ravvicinati tra loro: il
primo a sinistra dava ingresso al convento delle pizòcare, quello centrale all'ospeal e quello
a destra, il cui impianto architettonico contrasta stilisticamente con le
prime due, introduce ancora all'Oratorio
di San Gioachin oggi sconsacrato ma che
ancora conserva, entro il piccolo ambiente, il grande altare e dirimpetto il barco (coro pensile) delle monache. Sopra la porta centrale sono murate due lapidi,
sovrapposte fra loro ed entrambe racchiuse entro una elaborata cornice in
marmo rosa. Quella superiore reca la seguente iscrizione: AEDE HANC SUBDUCIS SER. PATRONATY APOSTOLORUM PRINCIPIBUS DICATAM VETUSTATE IAMFATISCENTEM AC PERVENUTAM PAULUS VENETUS PRIOR NON LA CE CONOMIAE ADMINISTRANDAE QUAM
PIETATI AC RELIGION EX CALENDAE NOVITERAD DICTVS AMPLIAVI CULTU REFORMANDA ANNO CHRIST CURAVIT M D C II L DVCE FRANCISCO MOLINO ILL. ATQVE ECC. ALOYSIO MOCENIGO ET ANDREA DELPHINO HUISCE NOXOCOMII TUTORIBVS La seconda, posta al di sotto, recita: AEDE RVRSVS REPARATA VETVS EPIGRAFE
RESTITVTA EST ANNO MDCCXXXVI DVCE ALOYSIO PISANO CURATORIBVS EX. ORDINE PATRIT. IO: PETRO PASCHALICO, IO. ANTONIO RVZZINO GEORGIO CONTARENO EQ. COM. JOPPE EX ORDINE CIV. FRANCISCO CAVALI, IOSEPHO AGAZZI IO. BAPTA ALBERGHINI PRAESIDE Pochi passi oltre l'angolo dell'edificio, che qui coincide
con l'Oratorio, inoltrandosi nella stretta
calle San Gioachin, è murato un
piccolo crocifisso in pietra d’Istria. Proseguendo, nel punto dove la calle
svolta a destra si trova l'ingresso secondario all'ospeal, pure se esso è certamente più
imponente di quello principale. Sopra la porta d'ingresso è collocato un
notevole gruppo scultoreo databile
del XIV secolo, raffigurante la Madonna col
Bambino e i Santi patroni. Sul lato sinistro, mentre riceve le chiavi dal Bambin Gesù, è raffigurato San
Pietro che con l'altra mano tiene un cartiglio srotolato dove sono
incise le seguenti parole: TU ES PETRUS ET SUPER HANC PETRAM AEDIFICABO
ECCLESIAM MEAM ET TIBI DABO CLAVES [regni coleorum], [vas] ELECTIONIS MIHI EST [iste]; sul margine sinistro della scritta vi è inciso: RESTAURATO L'ANNO MDCXCVIII; Sul lato destro è raffigurato San
Paolo che impugna la spada ed anch'esso srotola una pergamena,
oggi completamente illeggibile. |
|
|||||||
Copyright. Ogni diritto sul contenuto
del sito è riservato. |
|||||||||